Mercoledì 10 Aprile 2002
Carissimi tutti,
davanti a casa nostra pochi giorni fa hanno chiuso due case, piuttosto malandate, che erano continuamente frequentate da un mucchio di gente: sembrava un qualche ufficio.
Due o tre ragazzini con il solito kalashnikov le presidiavano giorno e notte, ma questo è abbastanza comune. Un mattino presto, verso le cinque, arriva la polizia con armi pesanti ed arresta tutti quanti gli abitanti, sigillando le case e presidiandole ora giorno e notte.
> Veniamo poi a sapere che era un covo di Al-Qaeda che cospirava contro il governo ed era in collegamento con i pakistani tuttora attivi sul confine (tanto per intenderci, quelli del recente attentato al ministro della Difesa di qualche giorno fa).
Vengono arrestate circa 160 persone. Un grosso camion, che da settimane era posteggiato proprio davanti alla mia
finestra, ci dicono che conteneva granate, lanciarazzi e altri oggettini del genere.
Questi erano i nostri vicini di casa!
Ieri sera mi chiamano in ospedale verso le 9 per una triste storia. Due fratelli stavano viaggiando su uno di quegli sgangherati taxi, tipici di tutto il terzo mondo, arrivavano dalle montagne dell’Hindokush ed erano diretti in Pakistan.
Erano due fratelli soli, avevano perso la famiglia in un terremoto di qualche anno fa. Il fratello maggiore, un uomo adulto, stava accompagnando Hussein, che avrà 15 anni, handicappato per una forma grave di poliomielite, diretti verso uno dei santuari pakistani dove speravano nel miracolo della guarigione. All’uscita della galleria, sul passo di Salang, ad altre 3000 metri, un masso crolla proprio mentre il taxi passa: l’auto viene schiacciata, i due fratelli vengono caricati su di un’altra vettura di passaggio.
Hussein riporta ferite minori, il fratello giunge in ospedale morto, dopo due ore e mezza di viaggio. Ma Hussein ieri sera continuava a chiedermi notizie del fratello, non sa ancora che è rimasto da solo, handicappato, su di una carrozzella: suo fratello per lui era la vita, il viaggio in Pakistan doveva essere il futuro per lui.
In ospedale la maggior parte del personale delle pulizie è formato da handicappati, mutilati senza una gamba o senza mani, c’è che è incaricato dei fiori, che rammenda sulla sedia a rotelle, senza gambe; chi pulisce il pavimento passando uno straccio senza mani, usando due monconi di avambraccio, e così via.
Ci sarà posto anche per Hussein nel nostro ospedale!
Un caro abbraccio a tutti
Silvio