Greta ha 16 anni ed è sorridente, rilassata. Tra meno di una settimana (21 luglio) partirà per un campo scout mondiale, il Jamboree, che quest’anno si terrà in West Virginia (USA), ma pare che la cosa non la agiti. Forse perché ancora non le pare vero, come quando l’ha scoperto:
«Nel 2017 i miei capi reparto mi hanno parlato di questo raduno mondiale per esploratori e guide [scout di 13-16 anni, n.d.r.] e mi hanno chiesto se volevo provare a candidarmi. Ho detto di sì. Mi sembrava una cosa impossibile, ma tanto valeva provare. L’anno dopo, quando mi hanno detto che ero stata presa, ci sono rimasta un po’, non credevo fosse vero. Poi sono stata molto contenta, ma anche molto agitata».
Allora l’agitazione c’è!
In effetti inizia ad emergere, man mano che Greta parla degli aspetti più concreti di questo viaggio imminente: «Saranno 45.000 persone, divise in vari sottocampi. Ho preso un po’ di fazzolettoni e distintivi da scambiare. La cosa che mi mette più ansia è il rischio di stare chiusa e non conoscere altra gente, anche per via della lingua. Io con l’inglese non sono fortissima, però mi faccio capire. Anche le varie attività che ci saranno, ho l’ansia per…boh, mi faccio tante paranoie». Non solo ansie, però: ci sono anche aspettative positive. Da quelle più specifiche («Voglio fare amicizia con argentini e spagnoli, amo quell’ambiente») a quelle più generali: «Già solo tra scout italiani ci sono tante differenze nei modi di fare le attività, tradizioni, abitudini. Voglio portare quello che facciamo noi e confrontarlo con altre 45.000 persone. Poi, quando torno, voglio riportare cose nuove e fighe che anche noi potremo fare».
Il Jamboree è un investimento significativo, in termini economici. Greta ha potuto partecipare grazie alla sua famiglia, all’aiuto degli scout di Saluzzo e della zona Cuneo, ma anche grazie ad un importante contributo del Rotary Club di Saluzzo, che infatti ci tiene a ringraziare: «Grazie al loro sostegno potrò vivere un’esperienza indimenticabile, conoscere persone nuove e portare a casa le tante piccole cose che imparerò».
Greta è stata selezionata, insieme ad altre 200 persone circa, tra oltre 2.000 candidati solo nel Nord Italia. Tra i requisiti per la candidatura c’era l’aver ottenuto un brevetto, un tipo di riconoscimento che richiede di sviluppare diverse competenze pratiche in un certo ambito, con un lavoro che può durare anche diversi anni durante la vita di reparto. Greta ne ha due. La lezione? «Serve a qualcosa prendere i brevetti! L’impegno alla fine paga sempre, in qualche modo».
Il campo durerà circa dieci giorni, fino al 2 agosto, poi Greta ritornerà in Italia e andrà direttamente al campo estivo del suo reparto. «Il passaggio da un gruppo di 45.000 persone a uno di 30 potrebbe essere duro. Però sono molto legata al mio reparto, a un certo punto quasi non volevo andare in America per non perdermi il nostro campo. Quando torno, vorrei non passare neanche da casa e andare direttamente al campo per non lasciare da sola la mia squadriglia. Mi sa che una notte a casa me la faranno passare, però».
Per noi, scout del Saluzzo 1, non resta che augurare BUONA STRADA a Greta, che porterà i colori di Saluzzo fino negli Stati Uniti e, ne siamo certi, lo farà con la passione e l’entusiasmo che la contraddistinguono.